Mentre i bitcoin segnano l’ennesimo record della loro folle corsa, arriva la dura presa di posizione dell’ABI sulla più famosa e diffusa delle monete virtuali. Il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, si dice senza mezzi termini preoccupato del rischio bolla. In audizione alla Commissione finanze della Camera, Sabatini si è chiesto se possa essere definita una vera valuta uno strumento il cui valore può scendere o salire del 20-30 per cento da un giorno all’altro, parlando di un mercato totalmente opaco e non regolato, che pone grandi interrogativi in chiave di antiriciclaggio e lotta al terrorismo. Insomma, per l’ABI serve una riflessione delle autorità di vigilanza internazionali su questo fenomeno che continua a spaccare l’opinione pubblica e gli esperti del settore. Singolare, ma indicativo quanto sta accadendo in JP Morgan, una delle maggiori banche d’affari del mondo. L’amministratore delegato, Jamie Dimon, si è più volte scagliato contro le criptovalute definendole una frode e promettendo licenziamenti ai dipendenti sorpresi a smanettare con i bitcoin. A sorpresa, però, uno studio della banca appena inviato ai clienti promuove, invece, la valuta virtuale. Pochi giorni fa è, infatti, stato annunciato dalla società di Chicago che gestisce il mercato dei futures il varo dei futures sul bitcoin. Le contrattazioni sul derivato inizieranno il prossimo 10 dicembre. Questo riconoscimento, secondo gli analisti di JP Morgan, rappresenta una svolta che rende queste valute virtuali una asset class emergente, cioè un bene su cui investire, come oro, BOT o azioni.