Fermo negli hangar da mesi, il 737 Max adesso non riuscirà nemmeno dalle fabbriche. Boeing ha deciso di fermare la produzione a Gennaio, uno stop temporaneo che non causerà licenziamenti, ma che non si sa quanto durerà. Per il colosso dell'aviazione a stelle e strisce è una scelta dolorosa, che arriva dopo i due incidenti mortali che a distanza di pochi mesi, prima in Indonesia e poi in Etiopia, hanno causato 346 vittime. Dall'ultimo disastro è passato un anno e da allora quello che rappresentava l'aereo di punta del gruppo americano, ha visto perdere quota, fino a quando nel Marzo scorso le autorità mondiali hanno deciso che doveva rimanere a terra. Un blocco costoso per Boeing, sono 383 gli aerei parcheggiati e 400 quelli pronti per la consegna, ma mai partiti. La società ha già visto calare i profitti di 5,6 miliardi di dollari per compensare i clienti e ha previsto ulteriori 3,6 miliardi di spese. E i suoi problemi riguardano tutti gli Stati Uniti, visto che Boeing è il primo esportatore manifatturiero del Paese e si temono ripercussioni sull'intera economia americana. Il sospetto è che l'intera famiglia di 737 Max, uno degli aerei più moderni che consuma meno e trasporta più passeggeri dei suoi diretti concorrenti, abbia un difetto nel software di volo. Boeing scommetteva molto su questo modello, per lasciarsi alle spalle Airbus nella corsa dei cieli. Il colosso Usa e quello europeo si contendono da anni il ricco settore dell'industria aeronautica. Insieme controllano circa il 90% dei velivoli commerciali di medio e lungo raggio e tutte le maggiori compagnie aeree hanno nella loro flotta Boeing o Airbus.