Per alleggerire il peso delle bollette e per aiutare le attività economiche più colpite dall'ultima ondata della pandemia non si farà nuovo debito, anche se il ricorso a ulteriore spesa chiedendo soldi in prestito ai mercati rimane tra le richieste dei partiti. Così ha deciso il Governo che per contenere i rincari energetici, dopo aver stanziato nei mesi scorsi 9 miliardi e mezzo per lo più a favore delle famiglie, si muove soprattutto a beneficio delle imprese trovando altri 1,7 miliardi. A più di un milione di aziende verranno infatti tagliate alcune voci della fattura non legate ai consumi, gli oneri di sistema. Per chi poi consuma molta energia, per esempio l'industria della ceramica o del cemento, arriva un contributo pari al 15% delle spese sostenute, se si sono subiti rincari di oltre il 30%. Non si escludono ulteriori iniezioni di denaro pubblico e Palazzo Chigi sta studiando altre iniziative per raffreddare gli aumenti di luce e gas. Intanto per finanziare questi interventi si utilizzeranno i ricavi ottenuti con le aste per l'utilizzo dell'anidride carbonica e un contributo a carico dei produttori di energia solare. Per i sostegni alle attività economiche i denari sono divisi in molti capitoli e riguardano per lo più discoteche, commercio, ristorazione, turismo, sport, moda e tessile che hanno dovuto di recente chiudere i battenti o hanno rallentato i motori. Tra le voci più consistenti i 400 milioni che andranno a regioni e comuni per le spese sanitarie legate al Covid. Tra gli aiuti la sospensione delle tasse per alcune categorie come bar e hotel che hanno visto precipitare il proprio fatturato. Chi invece ha mandato in cassa integrazione i dipendenti avrà uno sconto sul contributo che di norma si paga in questi casi.