Parliamo del cosiddetto "spalma crediti". Cosa vuol dire? Significa che il governo ha deciso con un emendamento, e questo fa molto discutere, di rimborsare i cittadini, imprese e banche che hanno in mano questi crediti fiscali relativi alle ristrutturazioni del superbonus, sismabonus, i vari bonus edilizi, e rimborsarli non più in 4-5 anni ma in 10 anni per ridurre l'impatto immediato sul debito pubblico che è previsto in salita. Tutto questo fa discutere perché ha un impatto anche sulle tasche ovviamente di chi questi bonus sperava di incassarli prima. Facciamo un esempio, giusto per capirci. Prima di questo emendamento un lavoro da €100 mila effettuato nel 2024, quindi con un rimborso al 70%, avrebbe previsto quattro rate di rimborso da €17.500 l'uno, adesso invece i rimborsi arrivano fino al 2035 e diventano ovviamente meno generosi. Ogni anno l'importo totale è uguale ma bisogna attendere più tempo per incassarli. La politica discute molto della cosiddetta retroattività di questa misura perché il governo vuole fare in modo che questo avvenga per tutte le spese effettuate dal primo gennaio 2024, quindi con quattro mesi in effetti in cui c'è una retroattività. Si pensava di rimborsare questi crediti in un modo invece bisognerà attendere più anni. Dovrebbero essere circa 12 miliardi al massimo i rimborsi appunto su cui si avrà una retroattività. Non vengono invece in nessun modo toccate tutte quelle spese precedenti all'inizio dell'anno, addirittura una montagna da €170-180 miliardi, per tutte le spese precedenti al 2024 le regole rimangono quelle di prima. Chi vince e chi perde da questa modifica? Il debito pubblico appunto nei prossimi anni sarà più basso, perché il peso viene spalmato su più anni, e per i contribuenti incapienti, quelli che non pagano abbastanza tasse per avere dei rimborsi pieni, appunto i crediti potrebbero essere un po' più generosi. Dal 2029 in poi invece il debito pubblico si alza e le banche e imprese, che questi crediti li avevano comprati, beh.. dovranno attendere un po' di più per avere i rimborsi fiscali da parte dello Stato, quindi con un contraccolpo. Tutto questo va a modificare il quadro dei bonus edilizi, quelli strutturali, che c'erano anche prima del superbonus, che valgono il 50% per le ristrutturazioni, dal 2025 si scende al 36, dal 2028, questa è la modifica, si scende ulteriormente al 30% con un enigma di come andare a finanziare tutte quelle ristrutturazioni che ci chiede anche l'Europa con la direttiva case green. Insomma, con meno soldi pubblici e aiuti appunto dalla Stato. A te.