Ci sarà un paracadute per il superbonus e gli altri sconti edilizi, in modo da ammorbidire la decisione di abolire la cessione del credito e lo sconto in fattura, due strumenti che permettevano, fino al 16 febbraio, di ristrutturare, per esempio un condominio, anticipando solo una parte del costo. Il salvagente a cui lavora il governo ovviamente non sarà per tutti, altrimenti verrebbe meno il motivo dello stop a questi strumenti, ritenuti troppo costosi per lo Stato. Si pensa, quindi, a una riapertura temporanea dei termini, solo per alcune categorie particolarmente colpite dal blocco. La deroga potrebbe riguardare il sismabonus visto che si tratta di mettere in sicurezza gli edifici e ci sono tantissime pratiche da presentare per il terremoto del 2016. Lavori difficili da fare senza la cessione del credito. Ci dovrebbero rientrare anche le case popolari, il terzo settore e si pensa anche a chi avendo un reddito molto basso non paga le tasse e quindi non potrebbe beneficiare dell'unica opportunità rimasta per godere degli sconti edilizi, cioè i rimborsi spalmati negli anni col classico sistema delle detrazioni. Ci sono però altri nodi, per esempio quello per i lavori per eliminare le barriere architettoniche, anche per questo bonus al 75% non c'è più la cessione del credito, chi fa i lavori deve anticipare tutto il costo, dovendo magari convincere l'intero condominio. Difficile, poi, che ci sia spazio per una proroga oltre il 31 marzo per il superbonus al 90% per le villette, vittima di un paradosso, per chiederlo bisogna avere un reddito basso, ma per godere appieno delle detrazioni ne servirebbe invece uno molto sopra la media.