Cambiano i decreti flussi: tempi più rapidi e più click day

02 ott 2024
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Sì perché i decreti flussi cambieranno natura, l'ha annunciato il Governo nel Consiglio dei Ministri, ricordiamo sono quegli strumenti che danno la possibilità ai datori di lavoro italiani di assumere, di chiamare in Italia il lavoratore straniero extracomunitario e di farlo arrivare nel nostro paese. Gli obiettivi del Governo erano in tre anni di portare sostanzialmente 500 mila o poco meno lavoratori stranieri in Italia, sappiamo la crisi demografica quanto morde il nostro paese e il settore produttivo, mancano molti lavoratori e i posti di lavoro sono vacanti, questi sono gli obiettivi ma in realtà nella la realtà dei fatti, ammesso dallo stesso Governo, è che di quelle quote dei decreti flussi solo uno su tre, o anche meno, i posti disponibili sono stati coperti, cioè sono stati attivati poi in contratti di lavoro. Questo è successo nel 2021, nel 2022 e anche più avanti. Ci sono delle regioni in Italia in cui queste percentuali sono drammatiche, solo il 2,8% dei visti per la Regione Campania sono diventati poi contratti di lavoro, altre regioni del Nord hanno percentuali più alte, ma i numeri sono comunque bassi tenendo anche conto poi di tutte le domande che sono arrivate. Guardate in rosso sono le domande arrivate, il click day, il giorno in cui era possibile fare domanda per i datori di lavoro e in verde i posti disponibili. Quindi molti meno contratti attivati rispetto alle aspettative quindi è uno strumento che diventato molto a meno efficace. Perché? Perché i tempi burocratici sono molto lunghi, vediamo dove si perdono i lavoratori delle 462 mila domande d'ingresso del 2023 solo 74 mila accettate, i visti rilasciati dalle ambasciate nei paesi di partenza 58 mila, i permessi di soggiorno poi effettivamente i primati solo 17 mila, quindi i tempi molto lunghi, lo ha detto lo stesso Sottosegretario Mantovano, degli otto giorni per legge entro cui il lavoratore straniero che arriva in Italia ha per firmare il contratto di soggiorno, nella prassi questo termine varia tra otto settimane e otto mesi e dopo un ritardo così lungo il posto di lavoro spesso non c'è più. Per non parlare dei rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata di cui ha parlato il Primo Ministro Giorgia Meloni la scorsa estate e dunque le modifiche, più click day per spalmare le richieste, tempi più rapidi dal punto di vista della burocrazia, esclusione dei datori di lavoro che poi non firmano i contratti per cui hanno chiamato in Italia gli stranieri, per evitare che ci siano delle vere e proprie truffe e per gli stagionali che terminano il contratto 60 giorni in più per trovarne un altro ed evitare di essere espulsi o di ricevere comunque un foglio di via. Queste sono le modifiche, staremo a vedere se saranno efficaci.

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