Appena varato un nuovo intervento per alleggerire le bollette alle imprese già si pensa al prossimo. Perché, è parere pressoché unanime, le toppe messe dal Governo sono necessarie e utili ma non ancora sufficienti. Anche perché sullo sfondo resta, anzi sembra sempre più avvitarsi, una crisi ucraina che potrebbe far esplodere ancor di più i prezzi del gas e in tempi brevissimi. Ad ora il Governo Draghi ha stanziato, senza far ricorso a ulteriore debito, altri 1,7 miliardi per aiutare le imprese a contenere i rincari energetici dopo averne messi, da luglio in poi, in varie tranche, 9 miliardi e mezzo, per lo più a favore delle famiglie. Non si escludono ulteriori iniezioni di denaro pubblico e Palazzo Chigi sta studiando altre iniziative, che ovviamente vanno finanziate. Intanto per pagare l'ultimo intervento si utilizzeranno i ricavi ottenuti con le aste per l'utilizzo dell'anidride carbonica, secondo il concetto "chi più inquina, più paga", e un meccanismo finanziario, la cartolarizzazione, che taglia quei balzelli non direttamente legati ai consumi, i cosiddetti oneri di sistema. E poi? Si discute su alcuni dei punti della strategia, presentata dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, un pacchetto allo studio di Palazzo Chigi con alcuni interventi di non facile attuazione che vale fino a 10 miliardi. Due le linee guida: toppe da mettere subito o sotto forma di denari freschi, cercando di non ricorrere a nuovo debito, e decisioni strategiche di più lungo periodo per diminuire la dipendenza energetica dell'Italia, vedi appunto crisi ucraina sullo sfondo.