Nel 2020, anno del Covid, la produzione di auto ha fatto segnare un -13,8%. In tutto il mondo sono stati fabbricati 78 milioni di veicoli, nel 2019 più di 90 ed era già in calo. Questo ha impattato inevitabilmente sulla componentistica. Le 2203 aziende italiane che producono componenti per auto, una su tre è in Piemonte, hanno subito un calo di fatturato dell'11,9%. I dati, cupi ma attesi a causa della pandemia, sono stati diffusi dall'annuale report della Camera di Commercio di Torino. "Purtroppo sono dati negativi, per l'Italia un calo quasi del 12% del fatturato nel settore automotive. Però sono dati anche positivi per quest'anno, il 2021, infatti i primi dati che arrivano per il primo semestre sono di un forte rimbalzo. Purtroppo sono dati che però sono anche condizionati, quest'anno, da alcuni fattori nuovi, che sono quelli della crisi delle materie prime e l'aumento importante dei prezzi delle materie prime e quindi la disponibilità di alcuni componenti che influenzano proprio la catena di fornitura di tutta la filiera dell'automotive". Dai paraurti alle scocche, dai freni alla progettazione, alle marmitte, ai cambi, alle plastiche, ai pistoni, l'Italia è leader in questo settore, anche se nel nostro Paese si producono sempre meno auto. La transizione verso l'elettrico è complessa e dev'essere accompagnata. "L'automotive è un settore che rappresenta quasi il 10% del PIL, abbiamo le risorse del PNRR, quindi il Governo deve avere una visione strategica su questo settore e investire le risorse perché questo settore continua a essere importante e quindi garantire anche l'occupazione nella filiera produttiva dell'automotive in Italia. Bisogna che l'Italia sia un posto attrattivo, bisogna che i grandi player come Stellantis ovviamente guardino all'Italia come un posto in cui sappiamo fare le auto ma dove si possono continuare a produrre auto, e soprattutto anche la progettazione delle auto, quindi il cuore pulsante anche di grandi gruppi internazionali".