La stagione balneare è agli sgoccioli e il dossier sulle concessioni delle spiagge che vede l'Italia contrapposta all'Europa da 18 anni si avvia all'epilogo. Il governo ha scelto la linea del compromesso con Bruxelles che è sostenuta da svariate sentenze della Giustizia italiana impone che i litorali di proprietà dello Stato con lettini e ombrelloni dei privati siano messi a gara in modo da rendere questo settore più aperto alla concorrenza. Le multe salate che il nostro paese rischiava di prendere, andrebbero così verso l'archiviazione grazie a una riforma che Palazzo Chigi definisce come equilibrata fra esigenze di mercato e tutela degli attuali gestori. Bandi pubblici dunque, entro il 30 giugno del 2027 con le concessioni esistenti prorogate fino al settembre dello stesso anno ma c'è la possibilità di estenderle in determinati casi al marzo del 2028. Le nuove autorizzazioni avranno una durata compresa fra cinque e 20 anni e ci sarà un indennizzo per chi perde l'assegnazione che sarà a carico di chi subentra il quale dovrà anche assumere il personale impiegato dal precedente titolare. Quest'ultimo non avrà una corsia preferenziale per continuare ad avere il permesso ma si terrà conto di quanto fatto in passato attribuendogli un maggior punteggio al momento dell'offerta. Quali saranno in concreto gli effetti di queste regole è difficile da prevedere: c'è chi immagina un aumento dei costi per fare il bagno come conseguenze di un aumento dei canoni. Il ché vorrebbe dire maggiori incassi per lo stato che finora si è dovuto accontentare di poco 120 milioni di euro l'anno versati alle casse pubbliche a fronte di 1,4 miliardi di ricavi dichiarati dai gestori.