Quando il Toro corre nel polverone, è difficile vedere con chiarezza i pericoli. Traders più navigati di Wall Street lo ripetono spesso: “Se gli indici schizzano come treni, è facile farsi prendere dall'euforia e dimenticare quanto volubile possa essere la Borsa.” Anche i brokers che negli anni '20 navigano tra i fasti dell'età del jazz lo sanno, eppure la crisi sembra lontana. Il boom corre sui fili della rete elettrica e la neonata industria automobilistica. Tra il 1925 e il 1929 si diffonde la febbre dei consumi e degli investimenti, speculazioni immobiliari e finanziarie gonfiano il New York Stock Exchange, che raggiunge volumi di scambi senza precedenti e fuori controllo. Per scommettere in Borsa 100 dollari, basta averne in tasca 10. Il resto, in pratica, è a prestito. Così, quando la tensione dei tassi d'interesse diventa eccessiva e i prezzi delle materie prime raggiungono livelli insostenibili, è ormai troppo tardi per capire che il Toro si è fermato. E' il grande crash, il panico a Wall Street si scatena, dopo qualche avvisaglia nei giorni precedenti, il 28 ottobre del 1929, una pioggia di vendite che porta l'indice principale a perdere il 13%. Il giorno successivo, martedì 29, il copione si ripete e la caduta è del 12%. E' il prologo finanziario della Grande Depressione. A scommettere sui listini è stata una grande quantità di nuovi ricchi e piccoli investitori. Il crack, in pratica, trascina tutti nel baratro. La grande industria, da quella siderurgica a quella del mattone, è costretta a chiudere i battenti. Nelle fabbriche non c'è più lavoro e milioni di persone in tutto il mondo finiscono per strada. Per l'America è uno dei periodi più lunghi di recessione economica, dura 43 mesi. La produzione industriale crolla e coinvolge tutta Europa, spianando la strada ai regimi autoritari e al nazismo di Adolf Hitler. Per risollevare le sorti, bisogna attendere il New Deal e la politica economica interventista avviata dal Presidente Franklin Delano Roosevelt. Ma il purgatorio per Wall Street durerà più a lungo. Il Dow Jones impiegherà 30 anni per tornare al dolore, al netto dell'inflazione, precedente al Martedì nero.