Con maggior ricorso alla didattica a distanza, per frenare i contagi arriverà anche una nuova edizione di aiuti per le famiglie che dovranno tenere a casa i figli più piccoli. Le misure principali allo studio sono due: il congedo straordinario, cioè la possibilità di non lavorare e ricevere comunque una quota dello stipendio e i voucher, cioè dei rimborsi per pagare la baby sitter. Il Governo deve ancora decidere i dettagli e stabilire quanti soldi stanziare, ma per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, l'ipotesi è di garantire la metà dello stipendio con la previsione di un'indennità anche per autonomi, professionisti e partite Iva, quando la scuola chiude. In linea di massima, si tratterebbe di reintrodurre il congedo rimasto in vigore fino a dicembre e poi quasi del tutto cancellato. Da gennaio, infatti, può essere richiesto solo in zone rosse, solo per chi ha figli in seconda o terza media. Chi ha un bimbo alle elementari o vive in una regione meno a rischio, deve arrangiarsi in altra maniera, ricorrendo a parenti, ferie o congedi di altro tipo. In ogni caso, se uno dei due genitori non è occupato o in smart working, non si può avere il sussidio che varrebbe solo se il figlio non più di 14 anni. Al contempo, si vuole ampliare la possibilità di lavorare da casa. Anche questo, come in passato. Questo mix di circostanze legate anche al lockdown e alle risorse disponibili, ha probabilmente contribuito allo scarso successo del congedo parentale assegnato solo 250 mila italiani. Più gettonato il voucher baby sitting, che nelle scorse edizioni andava da 600 a 1200 euro, con importi più alti per medici e altri impiegati della sanità.