Coprono un ampio ventaglio di misure le ipotesi che riguardano il pacchetto lavoro al centro del Consiglio dei Ministri del Primo Maggio. Sul piatto ci sono i 3,4 miliardi disponibili grazie all'aumento del deficit previsto dal Def, destinati all'aumento delle buste paga per i redditi medio bassi con un taglio che potrebbe arrivare a livelli più alti rispetto alle indiscrezioni iniziali, toccando i 7 punti per le retribuzioni fino a 25.000 euro e i 6 per quelle tra 25.000 e 35.000. Più corposa poi la detassazione sugli strumenti del welfare aziendale, dati dalle imprese ai dipendenti, i cosiddetti fringe benefit, che però riguarderebbe solo i lavoratori con figli. Il tetto esentasse che da gennaio è tornato a 258 euro potrebbe anche raddoppiare. Diventerà più semplice assumere con contratto a tempo determinato, meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre i 12 mesi. L'altro grande tema è la riformulazione del Reddito di cittadinanza che terminerà dal 2024 sdoppiandosi in due: l'assegno di inclusione, come misura di contrasto alla povertà per le famiglie in difficoltà con minori, anziani e over 60 o disabili, che non superino la soglia Isee di 9.360 euro. Il sussidio mensile sarà di 500 euro con eventuali altri 280 per il contributo affitto, erogabili per 18 mesi più altri 12 dopo uno stop di 30 giorni. Per le persone considerate occupabili e in povertà assoluta, invece nascerà lo strumento di attivazione al lavoro da settembre 2023, con una stretta evidente rispetto al vecchio assegno del Reddito. Solo 350 euro al mese per un anno non rinnovabile, con Isee entro i 6.000 euro e il vincolo di seguire corsi di formazione o partecipare a lavori socialmente utili. Infine per le aziende che assumono i beneficiari del sussidio con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, sgravi al 100% sui contributi previdenziali per un anno fino a 8.000 euro, incentivi ma al 50% per le assunzioni a tempo o stagionali.