Non è proprio un cosiddetto bazooka l'arma di stimoli monetari straordinari usati in passato, ma gli somiglia molto. Mario Draghi, dal simposio delle banche centrali a Sintra, in Portogallo, torna a rassicurare investitori e mercati. Il messaggio è semplice: se le prospettive economiche dell'area euro non miglioreranno, la Banca Centrale Europea c'è, ed è pronta ad un ulteriore stimolo. Il Governatore dice anzitutto che ha ancora uno spazio considerevole il quantitative easing, programma che è stato vero e proprio paracadute per i paesi più in difficoltà dell'Eurozona, come il nostro, nato post crisi del debito nel marzo 2015. Draghi ha parlato anche della possibilità di altri tagli dei tassi e di misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale, che di fatto continuano a far parte delle frecce a disposizione dell'arco della BCE, e che possono essere utilizzate. Guardando al futuro, il Governatore ha espresso preoccupazione e ha identificato alcuni rischi, a partire dai fattori geopolitici, dalla crescente minaccia di protezionismo, alla vulnerabilità dei mercati emergenti, rischi che hanno avuto un peso sulle esportazioni, e in particolare sulla produzione industriale. Draghi, infine, si è rivolto ai singoli Stati della Zona euro affinché migliori la loro politica di bilancio, non lasciando alla sola BCE il compito di fornire uno stimolo all'economia.