per abbassare i prezzi di luce e gas in modo duraturo. Il governo punta su tutte le tecnologie a disposizione nucleare, incluso Gilberto Picchetto Fratin alla Camera conferma le intenzioni del governo proprio mentre sul tavolo di Palazzo Chigi approda la proposta di legge firmata dallo stesso ministro Dell'ambiente per la produzione in Italia di energia dall'atomo. Un progetto annunciato che arriva dopo le fiammate dei costi all'ingrosso, del metano e dell'elettricità che allarmano l'industria e rischiano di appesantire ancora di più le bollette delle famiglie. Un po' programma sul quale L'esecutivo dirà la sua entro una decina di giorni e che anima già il Parlamento che dovrà approvarlo e solo dopo potrà essere attuato con decreti da emanare entro due anni. I primi reattori, si stima, potrebbero iniziare a funzionare dopo il duemilatrenta. E non si tratterebbe di quelli tradizionali, bocciati col referendum del millenovecentottantasette l'anno successivo alla tragedia di Chernobyl e con quello del duemilaundici. Al posto delle grandi centrali ci sarebbero piccoli impianti del tipo modulare, gestibili anche da singole aziende, e quelli di cosiddetta terza generazione sono considerati più sicuri, ma con capacità limitate, tanto che si stima che con l'atomo nel duemilacinquanta si coprirebbe tra l'undici e il ventidue percento del fabbisogno di elettricità del Paese, che dunque deve nel frattempo continuare a investire su tutte le altre fonti disponibili. Quanto costerebbe tornare al nucleare? Non è chiaro. Sullo sfondo l'annunciata nascita di una società formata da Enel, Leonardo e Ansaldo, tutte a larga partecipazione statale. Simone Spina Sky TG ventiquattro .