Più di 10 miliardi di Euro. Ecco a quanto ammonta la somma che il Governo Draghi spera di ottenere dalla tassazione dei profitti record, portati a casa dalle aziende energetiche. Grazie all'aumento del prezzo dell'elettricità e del gas. O forse è il caso di iniziare a parlare al passato visto che per ora di soldi il governo ne ha incassato molti meno del previsto. Il Ministero dell'Economia ha rivisto al ribasso nello assestamento di bilancio le entrate del contributo straordinario richiesto alle aziende energetiche che al 30 giugno avrebbero dovuto versare il 40% di quei 15 miliardi. Di soldi, infatti, incrociando i numeri del MEF, ne sono arrivati decisamente meno; tanto che a bilancio, il Governo ha ridotto la previsione da 10 miliardi a poco più di uno. In relazione a quanto è stato effettivamente incassato fino ad adesso. Per il Ministero dell'Economia, però, non è ancora detta l'ultima parola perché il 60% della tassa dovrà essere versata a novembre e i contribuenti hanno ancora la possibilità di pagare quanto dovuto seppur in ritardo. Il buco di bilancio però rimane. Il decreto aiuti bis sarebbe infatti potuto essere molto più ricco; invece dei 14,3 miliardi a disposizione per gli aiuti all'economia, si sarebbe potuto arrivare a quasi 23. Il buco nei conti non è un fulmine a ciel sereno. Le stesse aziende energetiche avevano messo a bilancio cifre piuttosto ridotte. Per ENI, il conto delle imposte sarebbe di 550 milioni di Euro; per Enel, circa 100, per Edison, 78. Se insomma, tra tre giganti non si arriva nemmeno ad un miliardo, si comprende quanto sia complicato arrivare a più di 10. Eppure, l'ufficio parlamentare di bilancio, a fine maggio, aveva espresso dubbi sul gettito previsto. Nei prossimi giorni con il bollettino di giugno sulle entrate tributarie, sapremo con certezza quanto hanno versato le aziende energetiche; nel frattempo, a chiudere il bilancio ci hanno pensato i contribuenti che hanno pagato allo Stato un IVA più salata per via dell' aumento generale dei prezzi.