Se la flat tax sui paperoni stranieri che si trasferiscono nel nostro Paese faccia bene all'economia italiana resta un mistero. Anzi, ci sono indizi che il forte sconto ai milionari possa avere anche ripercussioni negative. E non parliamo delle critiche del Governo francese che accusa Roma di scorrettezza perché attrae i super ricchi garantendo loro un'imposta forfettaria di 200.000 euro a prescindere da quanto guadagnano, ma del fatto che non si sa se la calamita fiscale si traduca in investimenti dalle nostre parti o, per contro, spinga in alto gli affitti e il costo della vita in città come Milano che, secondo il Financial Times, sta diventando la nuova capitale dei grandi patrimoni. L'obiettivo originario dell'agevolazione, nata nel 2017 con prelievo di 100.000 euro l'anno e poi raddoppiato nel 2024 dal Governo Meloni, poggiava su questo ragionamento: attrarre un grande banchiere, un manager di una multinazionale o una star di Hollywood può dare vantaggi diffusi sul territorio. Ma, come detto, se ciò sia avvenuto non si sa perché, come denunciato più volte dalla Corte dei Conti, nessuno ha indagato. Sappiamo che gli ultraricchi stranieri trasferiti dalle nostre parti nel 2023 erano 1.495 e che dal 2020 hanno versato alle casse nazionali 315 milioni, un'inezia per il bilancio statale. Non sono noti né l'ammontare dei redditi di chi utilizza il regime di favore né quante imposte i diretti interessati abbiano risparmiato, mentre appare probabile un aumento del flusso di nuovi paperoni in Italia perché il Regno Unito, tradizionalmente benevolo coi miliardari stranieri, ad aprile ha varato una stretta e perché da tempo le nostre imposte sulle successioni sono tra le più basse d'Europa.























