I dazi introdotti da Trump animano il dibattito dell'European House Ambrosetti in corso a Cernobbio. L'Unione Europea deve reagire al presidente Trump in modo unito, coeso e determinato, a dirlo Valerio De Moli, managing partner e AD di Teha. Non bisogna rispondere a dazio con dazio sostiene De Moli, ma facendo leva sui diversi elementi che compongono il mosaico dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea ed elenca i tre punti della strategia. "Uno, l'Europa nell'insieme ha nove trilioni di asset americani nel portafoglio delle famiglie e del corporate. Due, abbiamo 1,7 trilioni di debito federale in proprietà europea, primo acquirente del debito americano straniero. Tre, l'Italia in questo caso in particolare, investe negli Stati Uniti come investimenti diretti esteri, 65 miliardi di dollari, il triplo di quello che la grande mitica Corporate America investe da noi". Revocare gli investimenti elencati manderebbe secondo De Molli in fibrillazione i mercati USA, con riflessi molto negativi sull'amministrazione Trump. Tra le proposte tese a mitigare gli effetti dei dazi e anche quelle relative al rafforzamento delle alleanze strategiche dell'Unione Europea verso mercati emergenti ad alto potenziale come Turchia, Giappone, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, che presentano tassi di crescita superiore al 50% nell'ultimo quinquennio. Sulle rive del lago di Como presente anche Paolo Gentiloni che mette in guardia sull'effetto dei dazi e sulla crescita del Pil nell'eurozona. Avevamo previsto una crescita attorno allo 0,8%, dice Gentiloni. Se perdi qualche decimale ti avvicini a una crescita zero, quindi dice l'ex commissario europeo, alla stagnazione. .