Cosa rischia il nostro Paese da un’eventuale guerra commerciale con gli Stati Uniti? Nel settore dell’acciaio e dell’alluminio molto. Se allarghiamo lo sguardo all’intero export italiano negli States, moltissimo. L’ultimo ordine esecutivo del Presidente Trump colpisce un settore, quello metallurgico, in cui lo stivale è secondo in Europa solo alla Germania. L’intera Unione ha esportato nel 2017 quasi 5 milioni di tonnellate di prodotti. L’Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi europei che vendono negli States, con oltre 200.000 tonnellate lo scorso anno, per un valore stimato in circa 600 milioni di euro. Questi i numeri in gioco per il solo acciaio, ma se l’amministrazione americana decidesse di ampliare il campo di battaglia ad altri settori? Il Made in Italy rischia tantissimo, perché negli ultimi nove anni le nostre esportazioni oltre Atlantico sono più che raddoppiate. Il 2017, secondo gli ultimi dati di ISTAT e Ministero dello sviluppo economico, è stato un anno record. Abbiamo venduto negli Stati Uniti merci per oltre 40 miliardi di euro, scavalcando i nostri cugini francesi, come ottavo Paese da cui gli americani importano. Di contro, compriamo beni americani per soli 15 miliardi. Quindi, la nostra bilancia nei confronti di Washington è nettamente in positivo. Incassiamo molto di più di quanto sborsiamo. Ecco perché – come sottolinea anche Coldiretti – in una guerra commerciale con gli Stati Uniti avremmo tanto da perdere. Se i dazi dovessero estendersi ad altri settori dell’industria e dell’agricoltura metteremmo a rischio quasi un decimo dei 448 miliardi delle nostre esportazioni totali in giro per il mondo del 2017.