Riempire il carrello della spesa costa sempre di più. Per portare a casa pane, pasta, carne, frutta e i detersivi, alla cassa, il conto è salito rispetto a un anno fa, di quasi il 7%. Rincari che si sommano a quelli più corposi, di bollette e carburanti. Luce e gas sono balzati del 64% in 12 mesi, benzina e diesel costo un terzo in più. Tutto questo nonostante lo Stato abbia speso, in meno di un anno, 28 miliardi e mezzo per contrastare il carovita. A maggio infatti, i prezzi hanno ripreso a crescere dopo un timido rallentamento ad aprile, portando complessivamente l'inflazione al 6,9%, un livello così alto, ci ricorda l'ISTAT, non lo vedevamo dal 1986. Spinta dei prezzi dell'energia, che non arrestano la corsa con la guerra in Ucraina, l'inflazione riduce il potere d'acquisto. In pratica, con gli stessi soldi in tasca, possiamo comprare meno cose e i risparmi rischiano di essere rosicchiati. Questa tassa occulta, si aggira in tutta Europa, anzi in molti Paesi, Germania compresa, è più alta che dalle nostre parti. È l'energia a far lievitare i costi nel Vecchio Continente e la Banca Centrale Europea tenterà di mettere un argine, alzando il costo del denaro. Una decisione che dovrebbe essere preso in piena estate, mettendo così fine all'era dei tassi di interesse a zero, inaugurata 8 anni fa per stimolare l'economia. Economia che intanto zoppica. L'ISTAT ha rivisto le stime del Prodotto Interno Lordo italiano del primo trimestre, non è più negativo, ma in rialzo dello 0,1%. Ancora troppo poco però, per garantire quella ripreso duratura, dopo la pandemia, in cui si sperava.