L’imperativo che si è dato il Governo è di non deprimere l’economia. Per questo la correzione dei conti da 3,4 miliardi chiesta da Bruxelles appare complicata. Palazzo Chigi deve aggiustare il bilancio dell’anno in corso senza spegnere la fiaccola della crescita, senza togliere un euro alle zone terremotate ed evitando interventi impopolari visto che le elezioni politiche non dovrebbero essere lontane. L’Esecutivo, quindi, nelle prossime ore, potrebbe rispondere alle richieste europee inviando un elenco di interventi da specificare e attuare nei prossimi mesi, in pratica dopo la presentazione del Documento di economia e finanza di aprile. Una manovra aggiuntiva andrà comunque fatta, perché il nostro Paese rischia di perdere la faccia, non solo nei confronti di Bruxelles, che ha minacciato l’apertura di una procedura di infrazione, ma anche dei mercati. Il balzo dello spread fra titoli di Stato italiani e tedeschi potrebbe essere il sintomo di una crescente sfiducia degli investitori sulla solidità dei nostri conti. Quale leva in concreto si potrà muovere per correggere il bilancio? Le ipotesi sono molte. Sembra da escludere un aumento generalizzato delle imposte, ma potrebbe esserci un ritocco delle tasse sui tabacchi e carburanti. L’IVA, l’imposta sui consumi, sterilizzata con l’ultima legge di stabilità, non verrebbe alzata, ma il Governo potrebbe mettere in campo dei meccanismi che facilitano la lotta all’evasione di questo balzello. Potrebbe poi essere estesa la cosiddetta voluntary disclosure, cioè dare più tempo per l’autodenuncia di redditi nascosti al fisco e allungare i termini per l’adesione alla rottamazione delle cartelle di Equitalia. Nel campo delle ipotesi c’è anche il taglio di alcune delle agevolazioni fiscali. La sforbiciata non riguarderebbe i bonus più popolari come quello per le spese mediche, ma gli sconti meno importanti. Altro ambito in cui si potrebbe agire per aiutare le casse dello Stato è quello dei tagli alla spesa, eliminando magari qualche spreco.