Non aumentava da cinque mesi il tasso di disoccupazione nel nostro Paese. A gennaio è arrivato all’11,1 per cento, un lieve rialzo dovuto a una crescita delle persone che cercano un lavoro. In pratica, è diminuito il numero dei cosiddetti inattivi. In ogni caso, coloro che non hanno un posto risultano in calo rispetto al gennaio del 2017, ma si tratta sempre di quasi tre milioni di italiani a spasso. Le statistiche dell’Istat ci dicono anche che la disoccupazione giovanile è arretrata ai livelli del 2011, scendendo al 31,5 per cento. Bisogna comunque precisare che se tra i 15 e i 24 anni escludiamo chi non cerca un posto o che ancora studia, i senza lavoro effettivi sono l’8,4 per cento. Per quanto riguarda l’occupazione, si registra un record: le donne che hanno un posto sono il 49,3 per cento, un livello mai raggiunto, ma che resta di quasi venti punti al di sotto di quello maschile e molto lontano da quello delle altre maggiori economie europee. Nel complesso, l’occupazione in Italia è migliorata su base annua solo grazie ai contratti a termine che, in totale, arrivano a sfiorare i 3 milioni contro i 14,9 milioni di tempi indeterminati. Tutti questi numeri sul lavoro vanno analizzati anche alla luce degli sgravi alle assunzioni. Dall’inizio del 2018 gli incentivi sono sensibilmente più bassi rispetto a quelli varati nel 2015 di durata triennale e che quindi vanno a esaurimento. Nei prossimi mesi vedremo il reale effetto sul lungo periodo degli sconti fiscali. In conclusione, uno sguardo al resto d’Europa. Solo Grecia e Spagna hanno un tasso di disoccupazione peggiore del nostro. In Francia, Regno Unito e Germania la situazione resta migliore.