Un leggero calo degli occupati e un livello di senza lavoro mai così basso o meglio mai così basso da oltre vent'anni, cioè da quando ci sono le serie storiche confrontabili. L'ISTAT ci dice infatti che a novembre la disoccupazione si è attestata al 5,7%, record da gennaio del 2004 sotto anche al 5,9 dell'aprile 2007. Nel confronto continentale l'Italia batte la media e stiamo meglio di Francia e Spagna ma restiamo dietro alla Germania. Come detto, invece, l'occupazione ha avuto una battuta d'arresto. A novembre rispetto al mese precedente in 13 mila hanno perso il posto, per lo più si trattava di chi aveva un contratto a termine ma il tasso di chi ha un lavoro rimane alto al 62,4%, una quota elevata per il nostro paese che però resta lontana dalla media europea, soprattutto per quanto riguarda le donne. Va ricordato che disoccupati e occupati possono scendere entrambi, come accaduto a novembre, perché c'è un terzo insieme, quello degli inattivi, sono coloro che il lavoro non lo cercano e non rientrano nelle due categorie. Pubblicati anche i dati sull'inflazione a dicembre. I prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili, nell'area euro l'inflazione era al 2,4% annuo, meglio dalle nostre parti dove era all'1,3. Da segnalare poi che il cosiddetto carrello della spesa, cioè i prodotti alimentari per la casa e per la persona più acquistati, continua a viaggiare a quote più elevate. In generale comunque siamo lontani dal carovita degli anni passati. L'istituto di statistica ha diffuso anche la stima sull'inflazione per l'intero anno appena concluso, fissandola all'1%, un dato importante per una serie di calcoli che incidono sulle nostre tasche, dall'adeguamento degli stipendi agli affitti, che risulta in forte calo rispetto a quanto registrato nel 2023 e dovuto principalmente alla forte discesa del costo dell'energia.