È la fine di un'era? La saga della compagnia di bandiera sembra essere arrivata all'epilogo, l'arrivo di Lufthansa promette di troncare il flusso di denaro pubblico che negli ultimi 50 anni è stato speso per tenere in vita prima Alitalia e poi per fondare ITA Airways. Calcolare quanti quattrini dei contribuenti siano stati utilizzati è un esercizio complesso circa 12 miliardi si stima fra denari direttamente iniettati per volare, per svariati salvataggi e per la cassa integrazione dei dipendenti. Di questa cifra oltre un miliardo è quanto lo Stato ha investito in ITA. Non ci dovrebbero essere più esborsi dell'erario, Lufthansa inizialmente avrà il 41% della società nata dalle ceneri di Alitalia, mettendoci 325 milioni poi potrà salire fino ad avere il totale controllo nel 2033. Tutto questo spinge il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ad affermare che nessun euro degli italiani sarà più utilizzato per la compagnia sulla quale hanno messo le mani i tedeschi. Un ottimismo sostenuto dalla solidità del gruppo di Colonia, uno dei maggiori colossi al mondo che punta su un vettore che è molto più magro della vecchia Alitalia e che da tempo non ha più il primato dei cieli nel nostro Paese. Affinché la privatizzazione vada effettivamente importo sarà però necessario soddisfare, nel giro di qualche mese, quanto dettato da Bruxelles e cioè rinunciare a una serie di voli per l'Europa centrale e il Nord America in modo da garantire la concorrenza ed evitare rialzi dei biglietti per i passeggeri. ITA e Lufthansa hanno assicurato che lo faranno convincendo l'Unione Europea ma non tutti i rivali: qualcuno è pronto a fare ricorso.