Le chicche per i suoi piloti, come le aveva definite qualche settimana fa, col suo solito linguaggio fuori le righe, Michael O’Leary le ha adesso messe nero su bianco. In una lettera firmata da lui stesso, il Numero 1 di Ryanair, offre a chi guida gli aerei della compagnia low cost aumenti di stipendio e migliori condizioni di lavoro. Sul piatto, ritocchi compresi fra i 5.000 e i 10.000 euro all’anno, oltre a un bonus fino a 12.000 euro per chi ha almeno un anno di anzianità. Un premio di fedeltà, quest’ultimo, che ha l’obiettivo di impedire nuove fughe verso altre aviolinee, dopo l’esodo verso i concorrenti, registrato negli ultimi mesi, che sarebbe la causa principale delle migliaia di voli cancellati dal vettore irlandese. In realtà, nella sua lettera, O'Leary, scusandosi col personale, continua a sostenere che gli aerei resteranno a terra per un errore di gestione legato allo smaltimento delle ferie del personale. Ma l’istrionico direttore generale di Ryanair, autodefinitosi clown nei giorni in cui annunciava di lasciare a terra oltre 700.000 passeggeri, parla di miglioramenti significativi per i turni, la sicurezza e i contratti dei piloti, che spesso firmano condizioni meno garantite rispetto a quelle dei colleghi di altri vettori. I toni di O'Leary, quindi, sembrano essere meno accesi rispetto a quelli di poche settimane fa, quando tuonava che i sindacati non metteranno mai piede nella sua compagnia, e sfidando i piloti a dimostrare le difficoltà del loro lavoro. Insomma, di fronte alla débâcle dei voli cancellati, forse Ryanair fa ammenda, anche perché deve rassicurare le autorità che gestiscono licenze e traffico aereo. È il caso dell’italiana ENAC, pronta a sanzionare Dublino se verrà accertato che non sono state onorate le norme sui rimborsi e le informative ai passeggeri. Ma Ryanair assicura: “rispetteremo tutti i diritti”.