La Manovra presentata al Parlamento, che poi chiaramente i deputati e i senatori potranno andare a modificare, arriva con la tassa sugli affitti brevi riformulata sì, ma la sostanza non cambia. L'aliquota, la cedolare secca, passerà dal 21% attuale al 26%, per tutti coloro che mettono in affitto delle case concludendo contratti con agenzie immobiliari o soggetti che gestiscono portali telematici. Cosa vuol dire? Airbnb, Booking e via dicendo. Secondo lo Stato il 90% degli affitti pagherà quindi il 26%, almeno il 90%. Una tassa che frutterà allo Stato circa 100 milioni di euro. Ricordiamo però sempre, se ne discute moltissimo, ma questa tassa sugli affitti brevi rappresenta lo 0,5% della Manovra. Non è una novità che gli elementi più divisivi riguardino in realtà fette molto ridotte delle manovre di bilancio, ma dobbiamo sempre tenerlo a mente perché la ciccia è da altre parti. Come il taglio dell'Irpef su quasi 14 milioni di contribuenti, al massimo 37 euro al mese, da 28mila euro a 200mila euro lordi. Oppure la rottamazione delle cartelle, la quinta rottamazione delle cartelle, per andare a rateizzare i debiti con il fisco per chi aveva dichiarato, ma non ha versato. È impressionante qua la distanza tra i soldi che potrebbero essere recuperati in questo modo, quasi 400 miliardi di euro, e le aspettative di adesione dello Stato ben più ridotte, solo 13 miliardi. E anche questa non è una novità perché i debiti verso il fisco si fa davvero fatica a recuperarli. Una tassa sui dividendi per le società, frutterà allo Stato un miliardo di euro, tanti soldi. Accise in riduzione sulla benzina ma in aumento sul diesel, 3 euro in più a pieno, e questo è un vantaggio per lo Stato, perché più italiani guidano auto a gasolio o furgone a gasolio che a benzina. E poi una tassa sulle sigarette, fino a 41 centesimi in più anche sul tabacco trinciato, sigarette elettroniche, mentre scendono sul tabacco a inalazione.























