La bozza della legge di bilancio è ormai sul tavolo dei tecnici di Bruxelles, e l’esame della situazione italiana sarà esigente, fa sapere il Commissario Moscovici. Come da previsioni, la stima della crescita per il prossimo anno è fissata all’1 per cento del PIL e il deficit al 2,3. E proprio questo valore è quello maggiormente sotto la lente, perché – ripetono dalla Commissione – non è la cifra che ci si aspettava. La questione, però, va oltre i singoli decimali, perché se è ormai pacifico che un qualche margine di flessibilità sarà riconosciuto per il terremoto e per l’emergenza migranti, Bruxelles, se così si può dire, vuole vedere gli scontrini e verificare, dunque, che le cifre inserite nel budget siano effettivamente coincidenti con le spese sostenute per le circostanze eccezionali. Altro nodo è quello delle coperture. Alcune misure, come la regolarizzazione del contante, rischiano di essere bollate come una tantum e non, dunque, strutturali, peggiorando il giudizio finale. Giudizio che, salvo sorprese, la Commissione dovrà licenziare entro la fine di novembre, con il rischio di pesare sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Non ci faremo influenzare – dice Moscovici – anche se una sconfitta di Renzi viene vista dal Commissario francese come l’inizio di un periodo di incertezza pericolosa. Da Roma, intanto, il Ministro Padoan è ottimista: la manovra non è uno spot elettorale e il deficit continua a scendere – dice –, stiamo dunque rispettando tutte le regole europee, anche le più astruse, mentre altri Paesi non sono così disciplinati su altri temi, a partire dai migranti. Il Governo fa poi quadrato anche su due misure discusse, quali la rottamazione delle cartelle di Equitalia e l’emersione del contante. Non sono un condono perché si pagherà il dovuto, dice Padoan, né tantomeno sono una sanatoria per gli evasori.