Ci saranno oppure no i pizzicotti alle banche? Il Ministro dell'economia, Giancarlo Giorgetti, sembra essere favorevole e Giorgia Meloni parla di avviare un confronto con gli Istituti di Credito per avere un contributo in vista della manovra. L'Associazione Bancaria Italiana ha però già messo le mani avanti perché, sostiene, non ci sono rendite di posizione e in passato si sono vissuti anni difficili. Il sostegno potrebbe ricalcare il meccanismo fiscale collaudato l'anno scorso, una sorta di prestito a costo zero allo Stato che si ipotizza frutterebbe 1 miliardo e mezzo. Denari che servirebbero per allungare una coperta che appare corta per finanziare le costose misure sul tavolo. La nuova rottamazione delle cartelle, per esempio, e sulla quale insiste la Lega. Chi ha debiti col fisco salderebbe tasse e multe in rate diluite in 10 anni senza versare interessi e sanzioni. Costerebbe circa 5 miliardi all'Erario e si smaltirebbe una parte dei 1300 miliardi di balzelli non riscossi e difficili da recuperare. 5 miliardi sarebbe anche la spesa necessaria per tagliare le tasse al ceto medio, cioè a chi ha un reddito lordo fino a 60 mila €. Abbassando il prelievo dell'Irpef dal 35 al 33%, quasi 14 milioni di italiani si ritroverebbero in tasca, da 40 a oltre 1400 € in più all'anno. Un aiuto a famiglie e lavoratori che in molti casi non hanno visto gli stipendi adeguarsi all'inflazione e per i quali Giorgetti auspica aumenti da parte delle imprese. Oneroso anche l'ipotizzato stop all'aumento dell'età pensionabile. Per evitare che dal 2027 servano tre mesi in più per lasciare il lavoro, servono 3 miliardi solo il primo anno, e l'esborso salirebbe vertiginosamente se il requisito anagrafico rimanesse a lungo quello attuale, con un peso sul debito pubblico difficile da sostenere. .























