L'annuncio di Giorgia Meloni della fine della stagione dei bonus buttati dalla finestra riaccende l'attenzione sul taglio agli sconti fiscali. Per trovare risorse per la manovra, che dovrebbe aggirarsi sui 25 miliardi, da mesi infatti si parla di dare una sfoltita alle agevolazioni quelli che permettono a famiglie e imprese di scaricare una parte delle spese con la conseguenza che chi sarà colpito dalla sforbiciata finirà per pagare più tasse. L'operazione, già indicata nei documenti economici in primavera, scalfirebbe la giungla esistente visto che si stima fino a un paio di miliardi di euro di risparmi, a fronte degli oltre 100 di costo attuale. Un esborso quest'ultimo quasi raddoppiato negli ultimi anni, nelle oltre 600 voci che compongono la lista di detrazioni, deduzioni e altri aiuti fiscali ce ne sono diversi che vanno a poche decine di persone o aziende e di alcuni non si sa esattamente il costo. Intervenire su questi bonus inoltre porterebbe pochi denari e l'idea che circola ora è di penalizzare chi è più ricco toccando anche sconti molto popolari come quelli per le spese mediche, il mutuo per la casa e le ristrutturazioni edilizie. La stretta potrebbe riguardare anche aiuti alle imprese come le garanzie pubbliche, ai crediti d'imposta, aumentati con la pandemia, e l'impennata dei prezzi dell'energia. Non ci sono dettagli ma occorre ricordare che da almeno 15 anni i vari Governi che si sono succeduti hanno promesso di fare ordine con risultati poi deludenti con il rischio, in ogni caso, di non ricavare molte risorse e di scontentare intere categorie pronte a protestare.