La manovra non cambierà pelle, in Parlamento il progetto di legge di bilancio varato dal Governo potrà subire solo ritocchi. Fermi dunque i pilastri a partire dalla conferma degli sgravi ai lavoratori, il cosiddetto taglio del cuneo fiscale che dal 2025 porterà benefici anche a chi ha redditi fra 35mila e 45 mila euro lordi l'anno. I vantaggi potrebbero estendersi anche a chi ha guadagni superiori, s'ipotizza fino a 60 mila ma un intervento del genere è appeso ai frutti che darà il concordato preventivo. A fine mese si saprà quante partite IVA avranno aderito alla sanatoria anche se la speranza di raccogliere almeno due miliardi sono poche. E intanto con la manovra viene penalizzato chi ha stipendi più alti, oltre 75 mila euro con una sforbiciata agli sconti fiscali. Tra chi preme di più per alleggerire il peso delle tasse al ceto medio c'è Forza Italia, mentre la Lega spera di poter dare di più ai lavoratori autonomi alzando la flat Tax del 15% sopra gli attuali 85 mila euro. Sulle pensioni non sembrano esserci margini, nessuna rivoluzione per anticipare l'uscita dal lavoro e pressing per cercare di aumentare gli assegni minimi un po' di più dei tre euro al mese previsti. Modifiche potrebbero riguardare il canone RAI che salirà da 70 90 euro, la Web Tax estesa dall'anno prossimo alle imprese piccole e medie e il raddoppio dell'imposta sui profitti di chi compra e vende Bitcoin. Confindustria vorrebbe un premio fiscale per chi mantiene in azienda una parte dei guadagni mentre l'entrata in vigore della Sugar Tax rinviata da anni, allarma i produttori di bevande zuccherate, incognita poi sulle accise e i balzelli sui carburanti, dovrebbero aumentare sul diesel e ridursi sulla benzina, con un'operazione col bilancino che però potrebbe fare incassare di più allo Stato ma le cifre non ci sono ed è tutto rimandato a un provvedimento collegato alla manovra.