Iniziano a prendere forma i piatti forti della prossima manovra. Nel menù il taglio delle tasse al ceto medio è una nuova rottamazione delle cartelle, ma bisogna fare i conti con le risorse. La spesa aggiuntiva che il governo potrebbe permettersi si aggirerebbe intorno agli 8 miliardi e le richieste sono molte. Qualche miliardo, forse tre, contro il caro bolletta e gli aiuti alle famiglie con figli. Per la sanità sono stati reclamati 2-3 miliardi. Ci sono poi gli impegni internazionali per la difesa, per la quale potrebbero essere stanziati 2 miliardi in più, mentre sulle pensioni restano tante incognite, ma servono 5 miliardi per le rivalutazioni degli assegni. In questo quadro, per ridurre l'Irpef, l'idea che si fa strada è di venire incontro a chi guadagna tra 28mila e 50mila Euro lordi l'anno. Per i circa 10 milioni di italiani che ne beneficerebbero, i soldi in tasca in più dovrebbero essere al massimo 400 Euro in 12 mesi. I denari pubblici da impiegare ammonterebbero a 3 miliardi l'anno, meno di quanto finora stimato perché si esclude chi ha redditi superiori. Sopra i 50mila c'è una minoranza di contribuenti, che però paga oltre il 44 percento di quanto frutta l'imposta, maglie più strette anche per l'ennesima, sanatoria per chi a debiti col fisco. Si potrebbero chiudere i conti pagando il dovuto, ma senza sanzioni e interessi, in otto anni. Le rate mensili però potrebbero essere differenziate in base all'entità dell'importo da versare, più questo è alto e più tempo si avrebbe per saldarlo. Da ricordare che la maggior parte dell'arretrato non riscosso, oltre mille miliardi, riguarda cartelle inferiori ai 1000 Euro e anche che con le precedenti rottamazioni, si è incassato meno della metà del previsto.























