Dal 2028 a quasi tutti serviranno tre mesi in più per andare in pensione. Nonostante le promesse, il Governo con la manovra non ha infatti del tutto congelato l'aumento dei requisiti, età e contributi che scattano all'avanzare dell'aspettativa di vita. Servirà così un mese in più nel 2027 e altri due l'anno successivo per il 98-99% dei lavoratori. Salvi circa 20mila italiani l'anno, cioè coloro che svolgono attività usuranti e gravose come muratori, minatori, operai siderurgici, per i quali sono confermati i parametri esistenti. Si alza l'asticella anche per militari, poliziotti e altre Forze dell'ordine. Per tutte queste categorie, che di norma possono lasciare il posto prima di un impiegato, serviranno quattro mesi in più a partire dal 2027 e sei mesi dal 2028. L'aumento potrebbe essere ridotto per chi per esempio è impegnato per lunghi periodi in turni notturni, ma la novità ha suscitato proteste e potrebbe essere modificata dal Parlamento, non esclusi altri ritocchi, ma intanto la legge di bilancio presentata dall'esecutivo cancella quota 103 e Opzione Donna. La prima permette di andare via in anticipo a 62 anni di età e 41 di contributi, la seconda di avvicinare il traguardo alle madri o alle lavoratrici che assistono familiari. Le maglie delle due misure negli ultimi tempi erano diventate più strette con perdite sull'assegno in modo da far risparmiare denari allo Stato. Confermata invece l'APE sociale riservata a chi è in situazioni di disagio. Da gennaio poi sale di 12 euro al mese la cosiddetta maggiorazione sociale che va a 1,1 milioni di pensionati, di cui molti invalidi. Più ampia la platea di chi prende l'assegno minimo dell'INPS, per loro in manovra al momento non c'è nulla, per cui resta il rialzo di poco meno di 4 euro al mese previsto dalla scorsa finanziaria e dall'adeguamento al caro vita. .























