Manovra, valanga di emendamenti: resta stop a obbligo Pos

07 dic 2022
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Sui pagamenti elettronici il Governo non arretra, l'idea di cancellare le sanzioni per i negozianti che rifiutano carte e bancomat per acquisti fino a 60 euro per il momento resta in manovra. Un limite che, nei fatti, eliminerebbe l'obbligo per i commercianti di accettare il Pos per molte spese quotidiane e che, secondo Giorgia Meloni, può essere ridiscusso in sede europea pur essendo, avrebbe aggiunto, una misura di buon senso perché, questa la sua opinione, se le commissioni bancarie fossero a carico dei cittadini nessuno pagherebbe un caffè con la moneta digitale. Secondo la Banca d'Italia i costi del contante sono superiori a quelli delle transazioni elettroniche, l'uso di banconote favorisce l'evasione fiscale. Il contrasto a chi non paga le tasse, è uno degli impegni che l'Italia ha preso per avere i fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa, da qui l'attenzione per quanto Bruxelles potrà dire sul Pos e sull'innalzamento a 5mila euro dell'uso del contante. Ci sono comunque altre questioni ancora da mettere a punto nella manovra: gli emendamenti, le proposte di modifiche arrivate in Parlamento sono oltre tremila, di cui più di 600 della maggioranza. Una valanga come consuetudine, ma stavolta i tempi sono strettissimi, tra i punti che potrebbero cambiare ci sono le pensioni. Per gli assegni minimi ora è previsto che salgano a 575 euro al mese, 50 in più, ma i partiti spingono per portarli a 600. Su Opzione Donna, l'anticipo per chi ha 35 anni di contributi, si potrebbe decidere di fissare l'età a 60 anni, senza sconti, dunque, per i figli come detto finora. Altro nodo è quello del Superbonus al 110%, si vorrebbe allungare al 31 dicembre i termini, scaduti il 25 novembre, per poter usufruire dell'incentivo per le ristrutturazioni edilizie che da gennaio scenderà al 90% e si lavora per sbloccare i crediti accumulati dalle aziende. Continua poi il pressing per un taglio più consistente del costo del lavoro e maglie più larghe per i congedi a chi ha figli, ma ogni intervento ha bisogno di denari e la coperta è corta. Confermato, invece, il no a una norma ad hoc per le società di calcio che chiedono una rateizzazione dei debiti.

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