“Tutto pronto per l’Europa”. Si può riassumere così, nelle parole di un consigliere all’uscita del Cda, il futuro prossimo del Montepaschi. Il Consiglio d’amministrazione riunitosi a Siena ha lavorato per oltre tre ore al piano industriale che sarà presentato solo dopo il via libera della Commissione europea, atteso per la prossima settimana. “Infatti nei prossimi giorni il caso sarà risolto in modo trasparente e chiaro” ― ha ribadito il Ministro dell’Economia Padoan in una intervista a Milano Finanza. È insomma tutto pronto o quasi per il definitivo salvataggio della più antica banca del mondo a quasi un anno dall’allarme rosso che scattò ufficialmente con il mancato superamento degli stress test della BCE, era il luglio del 2016. Quasi, si diceva, perché dei principali nodi sul tavolo resterebbe da limare, secondo indiscrezioni, quello degli esuberi. Oscillerebbero tra 5 e 6000 con cura dimagrante massiccia e la chiusura di circa 400 sportelli sulle oltre 2100 filiali del Gruppo. Una definizione più precisa avrebbe preso invece il dossier sui crediti deteriorati che il Fondo Atlante 2, partecipato da tutto il sistema bancario italiano, rileverebbe a un prezzo di circa il 20% del valore nominale. Tutto o quasi è pronto per l’Europa insomma e con l’ok di Bruxelles il Tesoro inietterà oltre 8 miliardi di soldi freschi arrivando a controllare il 70% della banca. Il percorso prevede ancora alcune curve e diversi ostacoli ma è ormai tracciato. Nella settimana del Palio la corsa per salvare Mps appare ormai in dirittura d’arrivo.