La ricerca di un compromesso sulle nuove regole di bilancio europee continua. Una soluzione da trovare entro fine mese se non si vuole che dall'anno prossimo rientrino in gioco le vecchie regole del patto di stabilità, congelate dall'inizio della pandemia. I fronti da mettere d'accordo sono due, da un lato i Paesi più indebitati fra i quali l'Italia che vogliono vincoli più morbidi per risanare i conti dall'altro i così detti frugali con in testa la Germania che spingono per una maggiore severità in modo da avere assicurazioni sull'effettivo rispetto degli impegni presi. L'ultimo passo nella trattativa prevede una clausola di flessibilità a tempo, limitata al triennio 2025-2027 periodo durante il quale non si terrebbe conto dell'aumento degli interessi sul debito per noi molto alti, cioè il costo per finanziarsi sui mercati. L'idea di fondo della riforma è quella di adeguarla meglio che in passato alle esigenze dei singoli Paesi mantenendo i suoi pilastri: debito al di sotto del 60% del PIL, deficit intorno al 3% ma dando più tempo a chi ha i bilanci fuori posto 4 anni, allungabili di altri tre, in cambio di riforme e investimenti. Come detto però sono stati avanzati correttivi a maggiori controlli e sanzioni si è contrapposta la richiesta di più elasticità ma perché questa riforma da realizzare a pochi mesi dalle elezioni europee è importante? Perché da essa dipende la spesa pubblica che ogni Stato dell'Unione può fare in pratica quanti soldi destinare per esempio a Sanità, pensioni, servizi e aiuti ai cittadini. Se bisogna stringere molto i cordoni della borsa per ridurre il debito ogni anno di una certa quota, ne conseguirà che ci sarà un limite più o meno alto alle risorse disponibili e quindi il Governo di turno sarà chiamato a fare tagli o alzare le tasse.