Non cambiano le soglie per andare in pensione dal 2027. L'INPS dopo aver smentito che serviranno tre mesi In più ha messo in pausa per qualche ora il suo simulatore web per calcolare quando si potrà tagliare il traguardo di fine carriera. L'Istituto non ha precisato se si è trattato di una marcia indietro per correggere quanto denunciato dalla CGIL che aveva segnalato come l'INPS avesse modificato i criteri per adeguarli alla speranza di vita, col risultato che nel 2027 per la pensione di vecchiaia sarebbero serviti 67 anni e tre mesi di età, e per quella anticipata 43 anni e tre mesi di contributi a prescindere dal requisito anagrafico. La stessa CGIL adesso dice che si è tornati indietro per cui dal sito sarebbero stati eliminati gli ulteriori tre mesi. D'altra parte una modifica del genere può avvenire solo con un atto del Governo del quale non c'è traccia al momento. Le cose dunque per ora rimangono come sono la legge però dice che si esce da lavoro sempre più tardi man mano che aumenta la speranza di vita oltre i 65 anni di età, quindi se questa aspettativa statisticamente aumenta, ogni due anni per lasciare il posto serviranno tre mesi In più. Si tratta in pratica di un automatismo che può essere congelato o per cause eccezzionali come è stato per il Covid con tutti i suoi decessi o con una norma. Il meccanismo introdotto nel 2011 è stato pensato per salvaguardare i conti pubblici, prolungare la permanenza lavoro significa contenere la spesa per gli assegni dell'INPS e sembra andare nella direzione delle ultime scelte del Governo che con la manovra non ha allargato le maglie della previdenza per mancanza di risorse. Da ricordare che l'Istat in autunno aveva indicato come probabile la necessità di tre mesi in più dal 2027 e la Ragioneria Generale più di recente ha corroborato questa eventualità.