36 miliardi, una cifra che, per farsi un'idea, equivale a quanto costano in un anno tutti gli stipendi di medici e dipendenti della sanità. È questa la somma messa a disposizione dell'Italia dal MES, il vecchio fondo salva Stati. I soldi sono disponibili da subito, ultimo termine utile per chiederli è invece il 31 dicembre del 2022 e vanno usati per spese legate in modo diretto o indiretto alla sanità e alla prevenzione. Non sono soldi regalati, si tratta di un prestito da restituire con scadenza da definire, fino a 10 anni. Se quei soldi ci servono e non li prendiamo dal MES, l'alternativa è farseli prestare dai mercati. In altre parole, piazzare 36 miliardi di nuovi titoli di Stato. Lasciando da parte le condizioni e i vincoli di utilizzo, la differenza finanziaria tra il il prestito del MES e quello chieto ai mercati è il costo, cioè gli interessi che lo stato italiano dovrebbe pagare. Se chiediamo i soldi al MES gli interessi sono quasi zero. In soldoni 29 milioni all'anno. I mercati per prestarci i soldi con scadenza decennale all'ultima asta di BTP ci hanno chiesto l' 1,42%, 511 milioni ogni 12 mesi. Prendere i soldi dal MES costerebbe in teoria mezzo miliardo in meno all'anno. A essere precisi il risparmio è però inferiore. Questo perché una buona fetta dei nostri titoli di stato li sta comprando sul mercato la Banca Centrale Europea e su quelli l'Italia alla fine non paga interessi. Ma questo effetto è talmente difficile da quantificare, che bisogna accontentarsi di una stima approssimativa, il prestito del MES rispetto a quello chiesto sul mercato comporterebbe alcune centinaia di milioni l'anno di minore spesa per lo Stato. Se proiettiamo questa cifra sui 10 anni di ipotetica durata del prestito si arriva ad alcuni miliardi risparmiati per chi è a favore del MES rinunciarvi vorrebbe dire bruciare risorse preziose sull'altare dell'avversione ideologica a uno strumento che non presenta rischi. Una rinuncia che convincerebbe i partner europei che l'Italia, tutto sommato, non ha bisogno di molte risorse, complicando il negoziato sul recovery fund. Per chi è contrario quei miliardi sono ben spesi perché ricorrendo al mercato invece che al MES i soldi si possono usare più liberamente e non si pone il tema delle condizioni politiche, ma un compromesso oggi pare lontano.