Le auto usate sono roba da ricchi. Così come fargli il pieno, per andare a cena fuori a mangiare una bistecca. Anche se può sembrare una serata modesta, per l’americano medio farlo quest’anno è una stangata. L’inflazione, che corre da sei mesi, a novembre ha appena segnato un nuovo record: rispetto al 2020 l’indice generale dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato del 6,8%. Mai così alto da 39 anni. È una tempesta perfetta causata dall’elevata domanda - perché l’economia ha riaperto e le persone hanno risparmiato anche grazie a generosi aiuti federali - che ha causato problemi di approvvigionamento di molti prodotti per la difficoltà della distribuzione globale a tenere il passo. Anche senza considerare i beni più volatili, come benzina e cibo, l’aumento anno su anno è comunque del 4,9%. I numeri parlano chiaro. Siccome mancano i chip - prodotti in Asia - per le auto nuove, sono schizzati alle stelle i prezzi delle vetture usate: +31,4%. Il carburante è aumentato del 58%, la carne di manzo del 25%, i mobili del 12% e perfino un semplice caffè oggi costa il 7,5% in più rispetto a un anno fa. Crescono anche gli stipendi, soprattutto quelli bassi, ma non abbastanza e infatti i salari reali nell’ultimo mese si sono contratti dello 0,4%. Un bel guaio per la Casa Bianca e per la Federal Reserve, perché quella che sembrava una fiammata dei prezzi transitoria e circoscritta a uno squilibrio temporaneo tra domanda e offerta si sta allargando: solo nell’ultimo mese, sono aumentati di quasi mezzo punto anche gli affitti.