Recovery Fund, governo: avviati oltre 300 bandi

07 ott 2022
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Sono oltre trecento i bandi, gli appalti e gli iter di vario tipo avviati nell'ambito del Piano Nazionale di ripresa fidanzato coi soldi europei del Recovery Fund. É quanto emerge dalla relazione che il Governo ha presentato al Parlamento. Si tratta di procedure, 334 per l'esattezza, necessarie per spendere effettivamente i miliardi comunitari di cui l'Italia ha la fetta più grossa. E sono un punto importante per capire a che punto siamo nella marcia che dovrà portarci, nell'agosto del 2026, a realizzare tutto quello concordato con Bruxelles. Una quarantina di questi bandi non è stata ancora assegnata, per gli altri, c'è stata almeno un atto amministrativo, cioè è stato premuto il bottone di partenza. Parliamo di lavori per costruire, ad esempio, asili, scuole, case popolari o per migliorare la connessione ad internet. Palazzo Chigi sottolinea che i tempi sono pienamente rispettati perché all'Europa al momento non interessa l'effettivo impiego di denari, ma l'attività preparatoria; siamo in pratica in fase di decollo e finora viaggiamo alla velocità giusta. La puntualizzazione arriva dopo le polemiche sulle previsioni di spesa che sono state riviste al ribasso: entro la fine del 2022, saranno impiegati 21 miliardi contro i quasi 34 stimati ad aprile, e prima erano ancora di più. Questo ritardo è dovuto all'inflazione che ha costretto a rivedere i progetti e alle lentezze della macchina burocratica; ma non rappresenta uno ostacolo per ricevere i fondi, anche perché, i primi pagamenti si riferiscono ad opere, come quelle ferroviarie, di vecchia data e poi assorbite nel Piano Nazionale di Ripresa. A prova della puntualità, si ricorda che l'Europa ci ha dato 45,9 miliardi a cui a breve se ne aggiungeranno altri 21. I finanziamenti arrivano, infatti, a rate e solo se si rispettano gli impegni semestrali. Adesso la palla passa al nuovo esecutivo che dovrà raggiungere 26 dei 55 obiettivi fissati per dicembre, in modo da poter avere altri 19 miliardi e completare alcune riforme tra cui quella fiscale e quella della concorrenza.

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