MES o all'inglese ESM. È l'acronimo del Meccanismo Europeo di Stabilità, un Fondo che fornisce aiuto finanziario ai Paesi dell'area euro che non riescono più a farsi prestare soldi dal mercato. In cambio il patto richiede condizioni stringenti per il rispetto dei conti. Il Fondo è stato istituito nel 2012 dopo il salvataggio di tre Paesi, tra cui la Grecia, per fornire una cornice più solida ai prestiti europei e con la sua potenza di fuoco da ben 700 miliardi di euro può anche prevenire le crisi del debito. I soldi sono stati stanziati dagli Stati, Germania in primis, secondo l'ampiezza della loro economia e non del loro rischio di fallimento. Da alcuni mesi si sta discutendo di una riforma del MES, ora al centro della polemica. Si vorrebbero, infatti, aggiungere nuovi requisiti per ricevere i finanziamenti, tra cui avere un debito pubblico considerato sostenibile da una Commissione tecnica. È questo meccanismo che allarma molti politici ed economisti italiani. Potrebbe portare, infatti, il nostro Paese a ristrutturare il debito per accedere ai finanziamenti. Una prospettiva esplosiva da un punto di vista sia economico che politico. Così il potere deterrente del Fondo verrebbe meno e gli investitori non si sentirebbero più tutelati, aumentando i rischi di crisi. Ma prima che la riforma entri in vigore servirà raggiungere l'accordo a livello europeo a Dicembre, come ha ricordato il ministro Gualtieri, e poi attendere le ratifiche di tutti i Parlamenti nazionali, come ha assicurato il Presidente dell'Eurogruppo Mário Centeno. L'ultima parola, quindi, sarà dalla politica.