Il gas fuoriuscito dalle quattro perdite dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 potrebbe ammontare alle emissioni clima-alteranti prodotte da milioni di automobili nel corso di 20 anni. È la stima riportata da Bloomberg sull'impatto ambientale dei danni ai tubi che contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas, benché non funzionanti. La nube di metano si è subito levata su Svezia e Norvegia ma senza rappresentare un pericolo per la salute umana, secondo gli scienziati. Il fenomeno è in arrivo in queste ore anche in Italia benché fortunatamente molto diluito nell'atmosfera. Ma a preoccupare i leader di tutto il mondo più che il clima è la vulnerabilità delle infrastrutture energetiche. Ciò su cui tutti sembrano d'accordo che si tratti di un attacco deliberato. La Russia parla di terrorismo di stato e Vladimir Putin ha puntato il dito contro gli Stati Uniti . Illazione rispedita però al mittente dal fronte occidentale. Fonti europee hanno fatto sapere di aver intercettato imbarcazioni russe non distanti dal tracciato di Nord Stream prima delle esplosioni. Il presidente americano Biden ha negato un coinvolgimento degli Usa e permesso supporto per le indagini, anche attraverso mezzi subacquei. Mentre i leader europei discuteranno dell'accaduto al consiglio della prossima settimana. Ma intanto vanno messe in sicurezza le infrastrutture energetiche europee. L'esercito norvegese ha annunciato di aver incrementato i controlli sui pozzi petroliferi e di gas, così come ha fatto la Lituania, per il rigassificatore che rifornisce il paese e la Germania che ha mobilitato le proprie forze navali. Anche l'Italia si muove. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha annunciato di aver alzato il livello di guardia sulle reti strategiche, in particolare in Puglia dove approda il gasdotto Tap e nel canale di Sicilia in cui transitano il gas libico e quello algerino, vitale per l'approvvigionamento durante l'inverno.