L'obiettivo dichiarato è quello di poter sanare piccoli abusi edilizi dentro casa. Più semplice così regolarizzare un muro che nella planimetria non compare o sbloccare una pratica per correggere alcune irregolarità ferma da anni. Un mini condono per rimuovere gli ostacoli che possono rendere difficile vendere un appartamento che ha qualcosa fuori posto. Perché se le carte raccontano cose diverse dalla realtà, c'è il rischio che il compratore possa chiedere l'annullamento del contratto o un risarcimento. L'elenco delle difformità che si potranno cancellare comprende per esempio camere ampliate senza autorizzazione, una finestra posizionata in un posto diverso, tende da sole da esterno, caldaie e vetrate rimovibili. Aumenta, inoltre, la tolleranza costruttiva, cioè quando le variazioni nella casa risultano superiori a quelle dichiarate. Il margine sale dal 2 al 5% per gli immobili fino a 100 metri quadrati per ridursi man mano che la superficie aumenta. Inoltre, si semplifica il cambio di destinazione d'uso per esempio da ufficio ad abitazione. La sanatoria tecnicamente allenta il principio della doppia conformità: si potrà rimediare dimostrando che per esempio una tettoia rispetta le norme attuali senza dover provare come adesso che non si violano anche le regole esistenti quando viene avviata la costruzione. Il provvedimento riguarda gli edifici precedenti la fine degli anni '70, quando era consentito in fase di cantiere fare modifiche ai progetti senza doverle comunicare. Non sarà dunque possibile dare un colpo di spugna se manca ogni tipo di permesso. Una casa totalmente abusiva, e in Italia ce ne sono 15 ogni 100 nuove con percentuali molto più alte al sud, rimane fuori dal provvedimento del governo. Aggiustare le cose, comunque, avrà un costo: saranno necessari tra i mille e i quasi 31mila euro per far sì che la casa non sia più fuorilegge.