Il nuovo braccio di ferro fra governo e sindacati sugli scioperi riapre il dibattito sui confini di questo tipo di proteste ma rischia di non trovare una soluzione perché solo cambiando la legge forse si potrebbero evitare gli scontri ai quali assistiamo da tempo. Le regole esistenti pongono dei limiti ma permettono che possano esserci scioperi a distanza di poche settimane o giorni perché ogni sindacato ha il diritto di proclamarlo. Col risultato per esempio che da gennaio per bus, tram, metropolitane e treni in media si conta uno sciopero a settimana. Può così accadere che dopo la protesta nazionale di CGIL e UIL del 29 novembre ce ne sia un'altra analoga contro la manovra indetta in questo caso dall'USB. Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini è intervenuto con la precettazione imponendo cioè di ridurre da 24 a 4 ore l'astensione del 12-13 dicembre per i soli mezzi di trasporto. Non si tratta di un'arma spuntata perché chi non rispetta questa decisione rischia multe salatissime fino a €1.000 per ogni singolo lavoratore e €50.000 per il sindacato. L'USB però va avanti per la sua strada forte del precedente di un anno fa in cui il tribunale gli aveva dato ragione e del via libera della commissione di garanzia sugli scioperi che ha escluso dalla protesta solo il trasporto aereo. Quanti aderiranno e quindi quanti disagi ci saranno per i cittadini è difficile dirlo. I sindacati ora coinvolti non sono quelli col maggior numero di iscritti ma risultano i più attivi nell'organizzare scioperi. Due terzi delle proteste per i mezzi di trasporto dall'inizio dell'anno scorso sono stati decisi da queste sigle.