Uno sciopero di questo tipo di autobus, tram e metropolitane gli italiani non lo vedevano da 19 anni. Lo stop di 24 ore infatti investe anche le cosiddette fasce di garanzia. Ciò vuol dire che ci sono ancora meno corse di mezzi pubblici di quelle che si registrano durante le proteste, per così dire, ordinarie. Ma come è possibile? È possibile perché la legge lo permette. Nell'ambito di una vertenza, cioè di una contesa fra lavoratori e azienda per un certo argomento, una sola volta infatti è consentito non rispettare la regola principale ovvero che quando c'è uno sciopero del trasporto locale negli orari di punta deve essere assicurata una quota del servizio ai cittadini. Questa eccezione esiste per permettere che si possano organizzare manifestazioni a livello nazionale, visto che ogni città stabilisce fasce di garanzia in orari differenti. Da qui la decisione dei sindacati di ricorrere a questo strumento di protesta più radicale del consueto che arriva perché il contratto del settore è scaduto a fine 2023 e non è stato ancora rinnovato. C'è da dire che anche con uno sciopero di questo tipo deve essere garantito un minimo per chi viaggia per cui il 30% del personale della società di trasporto deve lavorare per permettere collegamenti ritenuti assolutamente indispensabili come quelli per porti e aeroporti, oltre a scuolabus per materne ed elementari o mezzi per i disabili. E anche in questo caso gli orari variano da città a città.