A tre anni dall'esplosione del dieselgate per Volkswagen arriva un'altra grana. Dopo le class action dagli Stati Uniti, per le quali i manager hanno stanziato quasi 15 miliardi di dollari di risarcimento, ora arrivano anche quelle dalla Germania, ed è la prima volta in Europa dopo le nuove regole autorizzate da Bruxelles. E il rischio è quello di innescare una reazione a catena in tutta Europa. La causa collettiva mira ad accertare se i proprietari delle auto, circa 2 milioni di persone, fossero stati intenzionalmente danneggiati dall'utilizzo del software di gestione del motore, con la conseguente perdita di valore dei veicoli. Si stima che i ricorsi collettivi possano arrivare a oltre 35mila, una doccia fredda per la casa automobilistica che si è impegnata a effettuare gratuitamente gli aggiornamenti del software, garantendo anche di risolvere eventuali problemi successivi alla messa a punto. Ma lo scandalo sembra non aver scalfito le quotazioni del colosso tedesco che ha messo in cantiere oltre trenta miliardi di euro di investimenti su elettrico e guida autonoma. Volkswagen pensa al futuro, ma è il presente che preoccupa .