La bocciatura di Bruxelles non è per deficit eccessivo, ma per il mancato obiettivo di riduzione dell’indebitamento. La procedura è disciplinata da un articolo che fu usato anche in passato. Stavolta, però, dal punto di vista sostanziale le cose forse sono diverse, sia sui tempi sia sulle contromisure che potrebbero essere chieste da Bruxelles. Quella decisa ieri dalla Commissione è una raccomandazione. Adesso andrà al tavolo del Ministero del Tesoro per una valutazione tecnica, poi passerà all’Eurogruppo e poi al Consiglio Europeo. Quindi la decisione finale non è della Commissione, ma appunto dei capi di stato e di governo che finora sono stati, devo dire, abbastanza compatti contro l’Italia. In una procedura causa deficit i tempi sarebbero stati più distesi. Nel quadro attuale, invece, le cose potrebbero cambiare: la richiesta di rivedere i conti potrebbe arrivare entro tre o sei mesi dall’avvio dell’iter. Alternativa non proprio banale, anche dal punto di vista politico, dato che a seconda dei tempi la procedura verrebbe attivata prima o dopo le elezioni. Vedremo. C’è ancora un po’ di tempo per trattare.