Tante parole, pochi numeri. Possiamo riassumere così il motivo per cui un alone di incertezza circonda il nostro Paese nelle ultime settimane. Parliamo, naturalmente della manovra di bilancio. Di questa manovra non sappiamo quasi nulla. Raramente si è parlato così tanto di un provvedimento dando in realtà così pochi dettagli. Abbiamo tanti aggettivi – sappiamo che sarà dura, coraggiosa, responsabile. Palazzo Chigi ci dice che concilierà il programma di governo con la stabilità dei conti ma numeri ancora niente. E così, in assenza di numeri, si è autorizzati a pensare, temere o sperare a seconda dei casi, un po’ di tutto. Che prevalga ad esempio la linea prudente, quella di Tria. O che invece sarà l’occasione per una prova muscolare con l’Europa. Una battaglia che è all’insegna di una battaglia elettorale lunghissima verso le prossime Europee sotto l’hashtag “tutta colpa di Bruxelles”. Solo i numeri a settembre ci diranno la verità. Quanti punti di deficit, quanti miliardi di spesa, quali coperture. E solo a quel punto sapremo se davvero ci sono degli avvoltoi che speculano su un paese ancora convalescente o se semplicemente le tante persone nel mondo che liberamente decidono dove investire i loro soldi non si fideranno di noi e ci volteranno le spalle. .