Cerca di spegnere la miccia dello spread Il ministro del tesoro Giovanni Tria, il nervosismo dei mercati sui nostri titoli di Stato, dice, è ingiustificato ma comprensibile perché le elezioni europee sono dietro l'angolo, ma aggiunge, gli obiettivi di finanza pubblica non cambiano e il Governo è al lavoro per raggiungerli. Lo spread intanto vive un'altra giornata di tensione, il differenziale fra i bond decennali italiani e quelli tedeschi chiude in rialzo a quasi 285 punti, dopo aver sfondato quota 290, il massimo da dicembre, quando era in pieno svolgimento il braccio di ferro fra Roma e Bruxelles sulla manovra. Spread più alto vuol dire rendimenti più alti e quindi costi superiori per lo Stato per finanziarsi, i tassi aumentano anche quando si tratta di obbligazioni pubbliche nuove di zecca, cioè offerte per la prima volta e non trattate degli investitori sul mercato. È quanto accaduto nell'ultima asta di buoni del tesoro, si sono dovuti offrire interessi maggiori rispetto ad operazioni simili dei mesi scorsi, con una maggior spesa valutabile in 8 milioni. Per avere un'idea concreta si tratta della stessa cifra che serve per ripulire il lago di Alleghe dai detriti dell'alluvione dello scorso autunno. Il fatto è che con il debito pubblico enorme che abbiamo siamo costretti a chiedere di continuo denari in prestito, la Banca d'Italia ci dice che a marzo questa zavorra è leggermente diminuita, ma rispetto ad un anno fa è cresciuta di 49 miliardi e le ultime stime, anche quelle del Governo, prevedono che questa situazione è destinata a peggiorare, anche perché da un anno a questa parte, per avere credito stiamo sborsando più quattrini. I mercati sono sensibili agli annunci di un possibile sforamento delle regole di bilancio e più in generale all' instabilità politica, perché valutano il loro investimento più rischioso. Dal maggio scorso i rendimenti sui buoni decennali rimangono al di sopra del 2% con un aggravio per le casse pubbliche non indifferente, se lo spread dovesse mantenersi su questi livelli, calcola la Banca d'Italia, spenderemo 4 miliardi in più nel biennio in corso.