La sostanziale fine della stagione sciistica complica ancora di più il parto del decreto ristori 5. Il provvedimento per dare nuovi aiuti all'economia è atteso da un mese, ma è rimasto in un cassetto a causa della crisi politica. Uno schema già esiste, c'è anche il tesoretto da cui attingere 32 miliardi di extra deficit, cioè soldi da chiedere in prestito ai mercati, ma per il varo si è attesa la formazione del nuovo Governo che adesso è in carica e si ritrova a gestire lo stop improvviso di un settore che già prima dell'ultima frenata dalle riaperture lamentava perdite per 11,12 miliardi e chiederà indennizzi per 4 e mezzo. Una cifra, quest'ultima, che secondo il neo ministro al turismo Massimo Garavaglia a questo punto potrebbe essere insufficiente. Che i sussidi alla montagna e at tutte le attività che ci girano intorno debbano essere una priorità non è solo una richiesta della Lega, ma anche di altri partiti. I tempi però potrebbero non essere così rapidi perché è l'intero decreto che va messo a punto. La bozza esistente prevedeva che circa 8 miliardi fossero destinati ai rimborsi per le imprese e i lavoratori autonomi danneggiati dalla pandemia con una formula che, diversamente dal passato, tenesse conto del calo del fatturato subito in tutto il 2020 e basata perlopiù su sconti su tasse da pagare anziché su bonifici nel conto corrente. Ancora più alta, circa 13 miliardi, la quota che era stata riservata alla proroga della cassa integrazione e agli aiuti ai lavoratori precari ai quali aggiungere nuovi fondi per il reddito di emergenza e quello di cittadinanza. Si prevedeva anche la distribuzione di risorse in più per le regioni e ai comuni per i trasporti e per l'acquisto dei vaccini. Tutte voci di spesa che adesso andranno coordinate con le nuove richieste dei partiti e gli obiettivi del Governo, senza dimenticare la sospensione delle cartelle esattoriali. Se non si fa nulla Il 1° marzo partiranno 50 milioni di avvisi di pagamento per chi ha debiti col fisco.