È ancora presto per dire se il Superbonus, per le ristrutturazioni edilizie, abbia tradito le aspettative, l'impressione però, è che tra assemblee condominiali ostacolate dal Covid, certificazioni, controlli e carte bollate, la misura che ha l'obiettivo di rendere più sicure le nostre abitazioni, risparmiare energia e dare una spinta all'economia, stia marciando a un ritmo più lento di quello auspicato. Gli interventi edilizi, con lo sconto fiscale del 110%, sono stati finora poco più di 10 mila, per un ammontare di detrazioni, del valore di oltre 1 miliardo di euro, sugli oltre 18 stimati in più anni. Una cifra quest'ultima, che secondo indiscrezioni, potrebbe subire un robusto taglio. È probabile comunque, che nei prossimi mesi, ci sarà un'accelerazione all'utilizzo del Superbonus, soprattutto per i condomini, dove finora sono stati avviati, solo poche centinaia di lavori. Il successo dipende innanzitutto, da quanto tempo resterà in vigore l'agevolazione. Al momento, il termine per completare è il 30 giugno del 2022, con la possibilità di arrivare a dicembre dello stesso anno, solo per i condomini e se la ristrutturazione, è arrivata almeno al 60% a fine giugno. Il Parlamento, ha chiesto al Governo di estendere il Superbonus, agli edifici aziendali e prorogarlo fino a tutto il 2023, queste novità, potrebbero trovare spazio nel Piano Nazionale di Ripresa ed essere finanziate, con una parte degli oltre 30 miliardi di Fondi Nazionali, aggiunti agli aiuti europei. Adesso servono mesi, prima di tirare su le impalcature, soprattutto se il condominio sceglie di cedere, il Credito Statale alla banca. Deputati e Senatori premono per snellire l'iter, proponendo procedure più morbide, sul miglioramento della classe energetica e per accertare le regolarità urbanistiche. Verifiche preventive, quest'ultime, necessarie per avere lo sconto, ma che si scontrano con un Paese, con una lunga storia di abusi e condoni.