È un percorso lungo e si annuncia pieno di ostacoli quello per rendere operativo l'accordo commerciale tra Unione Europea e paesi sudamericani del Mercosur che cancellerà o ridurrà al lumicino oltre il 90% delle tasse su una lunga lista di beni esportati e importati. Un'intesa arrivata dopo 25 anni di negoziati che darebbe il via libera a un mercato di 700 milioni di persone tra vecchio continente e Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay. L'Europa risparmierebbe quattro miliardi di dollari all'anno di dazi alle imprese, per l'Italia l'impatto sarebbe notevole visto che Bruxelles ricorda come quasi un milione dei nostri posti di lavoro dipende dalle esportazioni in quell'area dell'America Latina, dove più di 8000 aziende vendono prodotti per un valore di oltre 650 milioni di euro, in pratica costerà meno mandare dall'altra parte dell'Oceano vino, cioccolato, abbigliamento ma anche macchinari e prodotti chimici sui quali ora ci sono tasse che superano anche il 20%. Per contro ovviamente saranno abbattute le tariffe su merce del Sudamerica come carne, riso, zucchero e altri beni soprattutto agricoli. L'accordo, voluto anche per creare un argine alle minacce di dazi di Donald Trump, prevede la protezione delle imprese europee per cui divieto di ingresso alle imitazioni come quelle del Parmigiano, del prosecco e rispetto delle regole sanitarie e comunitarie. Tutto questo non sembrare rassicurare chi teme un'invasione di merce a basso costo con standard inferiori ai nostri. Il fronte degli oppositori appare ben nutrito, alla benedizione dell'intesa arrivata da Germania e Spagna, si contrappongono una serie di paesi capeggiati dalla Francia. Tra gli scettici l'Italia con un avvertimento filtrato entrato da Palazzo Chigi, solo con adeguate tutele e compensazioni si potrà firmare l'intesa.